Carofiglio, Francesco by L'estate dell'incanto

Carofiglio, Francesco by L'estate dell'incanto

autore:L'estate dell'incanto
Format: epub


14

Il primo giorno senza mamma lo passai a leggere. Rimasi tutto il pomeriggio nella mia stanza, mi sentivo sola e mi sembrava che il tempo si stesse allungando, dilatato nella scansione implacabile dei rintocchi della pendola del soggiorno. Avevo appena cominciato a leggere Il giardino segreto di Frances Hodgson Burnett, e mi parve che la storia di Mary somigliasse un po’alla mia. Era sola, aveva dieci anni e viveva in casa di un ricco zio sempre assente, affidata alle cure di una governante antipatica. E poi c’era il giardino misterioso, che Mary e Dickon andavano a esplorare di nascosto.

Per tutto il pomeriggio Merlino rimase ai piedi del letto, accoccolato sulla copertina bianca, addormentato e vigile, con un occhio che si apriva e si chiudeva a seconda dell’intensità del rumore intorno. I gatti possono restare per ore a osservare nulla. Sembrano assorti in pensieri lontani, come se ci fosse un’altra vita, oltre la loro vita di gatti, come se ci fossero mondi diversi che si muovono insieme, paralleli, e loro soltanto, i gatti, possono attraversarne i confini.

La sera cenai da sola. Il nonno rimase nelle sue stanze ed Elda apparecchiò mezza tavola con la tovaglia piegata a metà. Ogni suono di stoviglia, di piatto, di posata, faceva un rumore di solitudine. La mamma mi mancava e mi sentii proprio come Mary, abbandonata alle cure della governante antipatica. Mangiai un petto di pollo e una patata, poi una susina, e infine ritornai in camera.

Feci tutto quello che dovevo fare, secondo il rituale di ogni giorno, lavare la faccia, lavare i denti, fare la pipì, spogliarsi, piegare gli abiti e metterli sulla sedia, indossare la camicia da notte e infilarsi sotto le coperte. L’abat-jour rimandava una luce ambrata e i fiori disegnati sul telaio di stoffa si animavano di colori, lessi ancora qualche pagina del libro, poi rimasi così, senza fare nulla, per un po’. Sentii i piccoli scricchiolii del soffitto, il richiamo lugubre di un uccello notturno, e infine il silenzio potente che lentamente avvolse tutto il resto. Poi spensi la luce e una seppia gigante inondò l’aria di porpora.

Prima di addormentarmi guardai Merlino, gli occhi gialli nel buio controllavano il confine dei mondi.

Il giorno dopo mi svegliai presto, c’era il sole e tutto mi parve bellissimo.

Scesi per fare colazione e trovai sul tavolo della cucina un piattino con una fetta di pane imburrato e una tazza di latte caldo, senza panna. Elda era fuori, a raccogliere la lattuga. Del nonno, come al solito, non c’era traccia.

Lapo venne a prendermi verso le nove e trenta, e andammo a fare una passeggiata. Elda mi diede il permesso di allontanarmi, ma non di molto, promisi di fare ritorno per le dodici e mezza. Avevo indossato un vestitino a fiori che mi aveva cucito la mamma, e le scarpe di tela, nella bisaccia avevo messo una borraccia che avevo trovato in soffitta, un cappello e tre susine.

Uscimmo dal cancello di Villa Ada e ci avviammo sulla strada che costeggiava il bosco.

«Ti va di andare al fiume?»

«Al fiume.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.